“Il Mediterraneo finisce là dove finisce l’ulivo”
Fernand Braudel
L’ulivo resiste al sole e al vento ogni giorno: ha tutta la forza per sfidare il tempo e diventare mito.
“(Noé) Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall’arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noé comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui” Genesi (8,10-12).
Nella Bibbia sono più di 10 le citazioni dell’olio e 140 quelle dell’ulivo. Una delle più importanti leggende è quella dell’angelo che donò a Seth, figlio di Adamo, tre semi da mettere fra le labbra del padre dopo la sua morte. Dalle ceneri di Adamo germogliarono così un cedro, un cipresso e un olivo.
L’ulivo e l’olio nelle opere d’arte è presenza che celebra, consacra. È testimonianza del ruolo centrale che hanno sempre avuto non solo nella vita quotidiana ma anche religiosa e mitica.
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La storia dell’olio ha origini risalenti al III millennio a.c. E’ una storia antica e di metamorfosi d’uso, fino a diventare quel prezioso alimento e condimento che noi conosciamo.
Le origini dell’olivo vanno ricercate probabilmente in Asia Minore: a Ebla, grande centro della Siria settentrionale, in tavolette risalenti al III millennio a.C., troviamo le prime testimonianze di coltivazioni di olivo con produzione di olio. Da qui la coltivazione si diffonde in Egitto dove, in un’iscrizione del tempio di Ra a Heliopoli, databile al XII sec. a.C., si parla di olio di grande qualità per l’alimentazione delle lampade nel palazzo sacro. Qui l’olio veniva utilizzato soprattutto per l’unzione dei corpi, piuttosto che per scopi alimentari.
Nel II-I millennio a.C. l’uso di coltivare l’olivo passa gradualmente dal bacino orientale del Mediterraneo verso occidente: a Creta, negli affreschi del palazzo di Cnosso (XV sec. a.C.), troviamo la rappresentazione di alberi di olivo. Al periodo minoico (1880-1500 circa a.C.), poi, risalgono i più antichi resti conosciuti di una pressa e di un bacino per schiacciare le olive. Una delle tecniche più antiche consisteva nel pestare le olive con grandi sassi in una pietra cava e nel pressare la pasta ottenuta racchiusa in ramoscelli di olivo con l’aiuto di alcuni massi su una pietra piana. Un’evoluzione della pressa è costituita dal torchio a sacco, in cui il sacco veniva riempito con olive pestate e veniva pressato con bastoni.